Bartolo Mascarello – Barbera d’Alba – Barbera d’Alba DOC – 2020 – Vino Rosso

Vino Rosso
Colore: Rosso rubino intenso
Sapore: Mora, Ciliegia, Lavanda, Petalo di Rosa, Menta
Vitigni: Barbera 100%
Gradazione: 14.5 %
Formato: 0,75 L

65.00

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Scheda tecnica

Produttore: Bartolo Mascarello
Annata: 2020
Denominazione: Barbera d'Alba DOC
Paese: italia
Regione: Piemonte
Formato: 0,75 L
Vitigni: Barbera 100%
Da agricoltura: Tradizionale sostenibile
Colore: Rosso rubino intenso
Sapore: Mora, Ciliegia, Lavanda, Petalo di Rosa, Menta
Affinamento: 18 mesi in botte grande
Temperatura di servizio: 16°-18°C
Decantazione: Da bere subito - 5 anni
Calice: Medio vini rossi
Allergeni: Contiene Solfiti
Gradazione alcolica: 14.5 %

Note degustative:

La Barbera d’Alba 2020 di Bartolo Mascarello è di un bel rosso rubino chiaro luminoso e limpido. Olfazione di grande finezza e pulizia. Impressiona con i suoi aromi fruttati di mora e ciliegia, profumi di petalo di rosa e lavanda e fresche note balsamiche di menta. All’assaggio il corpo è medio, con un tannino elegante e grande freschezza. Il finale minerale e succoso invita prontamente ad un nuovo assaggio. Ottima la persistenza per questa barbera di grande caratura

Perché ci piace:

Un vino che entusiasma gli appassionati di vini fatti in maniera tradizionale, una Barbera d’Alba classica di alto spessore e grande gusto. Dopo l’attenta selezione e raccolta manuale delle uve provenienti dal cru San Lorenzo, questa importante Barbera d’Alba viene vinificata con macerazioni di circa 2 settimane in vasche di cemento. Segue poi un periodo di riposo di circa 18 mesi in botti di rovere grandi. Il vino perfetto per i fan di questa iconica cantina che trovano in questo vino un’altra delle espressioni territoriali più tradizionali e genuine delle Langhe Piemontesi.

Il produttore

Bartolo Mascarello
pagina produttore
Bartolo Mascarello, un nome che è un simbolo del Barolo, del Piemonte enologico e non solo, un uomo d’altri tempi, dalla grande personalità e ardore. I suoi Barolo di stampo tradizionale sono senza tempo e di classe straordinaria. La storia della cantina che porta il questo suo nome parte da lontano, più precisamente dalla fine della grande guerra. Nel 1918 Giulio Mascarello, padre di Bartolo, di ritorno dalla guerra decide di mettersi in proprio e creare una sua cantina, acquistando negli anni diversi appezzamenti sparsi nei meravigliosi territori delle Langhe. All’inizio la sua era una produzione principalmente di vino per la vendita in damigiane, alla quale però era affiancata già una piccola produzione in bottiglia. Negli anni ’60 fa il suo ingresso in cantina Bartolo, carattere deciso e idee chiare. Rapidamente implementa la produzione il bottiglia e dà una linea precisa allo stile dell’azienda. Un approccio tradizionale, che rigetta l’uso della barrique portato da quelli che lo stesso Bartolo definiva i “barolo boys” o i “modernisti”, e la vinificazione per cru separati. Le sue vinificazioni sono quindi tutte assemblaggio dei diversi vigneti, la sua idea e che non debbano esserci Barolo di serie A e Barolo di serie B. Le vendemmie sono sempre manuali. Le fermentazioni avvengono in vasche di cemento con lieviti indigeni e rimontaggi frequenti con macerazioni molto lunghe, 35-40 giorni, per i mitici Barolo. Come detto la barrique è bandita, solo botti grandi di rovere di Slavonia come dogma della tradizione. La cantina mantiene ancora oggi una produzione molto bassa. Con soli 5 ettari, di cui solamente 3 coltivati a nebbiolo da Barolo, le poche bottiglie prodotte annualmente hanno liste di prenotazione chilometriche e non tutti riescono ad essere accontentati. Il ricordo di Bartolo rimane vino ancora oggi nelle sue idee, portate avanti dalla figlia Maria Teresa, e nelle sue iconiche etichette disegnate, come la celeberrima “No barrique, no Berlusconi” dove da buon partigiano quale era stato, Bartolo esprimeva il suo pensiero, deciso e pieno d’ardore come sempre era stato.