Bartolo Mascarello – Barolo – Barolo DOCG – 2012 – Vino Rosso

Vino Rosso
Vinous
95/100
Robert Parker
94+/100
James Suckling
97/100
Falstaff
98/100
Wine Enthusiast
95/100
Wine Spectator
95/100
Colore: Rosso rubino con riflessi granato
Sapore: Fiori Freschi, Lavanda, Menta, Lampone, Ciliegia, Liquirizia
Vitigni: Nebbiolo 100%
Gradazione: 14 %
Formato: 0,75 L

280.00

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Scheda tecnica

Produttore: Bartolo Mascarello
Annata: 2012
Denominazione: Barolo DOCG
Paese: italia
Regione: Piemonte
Formato: 0,75 L
Vitigni: Nebbiolo 100%
Da agricoltura: Tradizionale Sostenibile
Colore: Rosso rubino con riflessi granato
Sapore: Fiori Freschi, Lavanda, Menta, Lampone, Ciliegia, Liquirizia
Affinamento: 32 Mesi Botte Grande
Temperatura di servizio: 18°-20°C
Decantazione: 10 - 50 Anni
Calice: Ballon
Allergeni: Contiene Solfiti
Gradazione alcolica: 14 %

Note degustative:

Il nostro calice di Barolo 2012 di Bartolo Mascarello è di un rosso rubino chiaro con riflessi granato. Il naso è sublime. Emergono immediati sentori floreali di fiori freschi di lavanda e rosa, il frutto richiama aromi di ciliegia e lampone. Fresco nella nota di menta il naso ci regala ancora sentori più evoluti di liquirizia, cacao e cuoio. In bocca è aperto e delizioso, il tannino è presente ma non aggressivo, equilibrato da una bella freschezza. Il finale è immenso, sui toni fruttati e vegetali del naso, con una persistenza infinita. Elegante e raffinato non deluderà mai le aspettative.

Perché ci piace:

Un Barolo monumentale, tanto basta per definirlo. Prodotto seguendo i dettami della tradizione delle Langhe nella mitica cantina di Via Roma 15 a Barolo, questo vino di Bartolo Mascarello rappresenta la storia di questi territori insieme a pochissimi altri. È infatti apprezzato e ricercato in tutto il mondo proprio perché fedele ad uno stile tradizionale ormai quasi scomparso. Un vino austero e inflessibile, riservato nella sua gioventù pur mostrando già quel potenziale che con l’invecchiamento lo porterà a vette elevatissime di gusto e complessità aromatica. Sono solo 3 gli ettari dedicati a questa leggendaria etichetta, distribuiti su 4 diversi appezzamenti in altrettanti importanti cru delle langhe; Cannubi, San Lorenzo, Rocche e Ruè. Le uve sono raccolte a mano e subito assemblate secondo la tradizione per poi essere fermentate in vasche di cemento con macerazioni fino a 40 giorni. Assolutamente bandita la barrique, i vini affinano per 32 mesi in botti grandi di rovere si Slavonia. Un vino famoso non solo per la sua eleganza, ma anche per un potenziale di invecchiamento ai limiti dell’infinito. Il Barolo di Bartolo Mascarello è uno di quei vini che ha fatto la storia del suo territorio è che è una vera e propria leggenda liquida. Comprarne quanto più possibile e farlo riposare in cantina assaggiandolo per i prossimi 50 anni non sembra affatto una cattiva idea. L’annata 2016 ha ottenuto i prestigiosi 100/100 dal famoso critico Robert Parker.

Abbinamenti

Il Barolo Bartolo Mascarello si abbina con i grandi piatti di carne lungamente cotti come i tradizionali bolliti e brasati piemontesi, con fomaggi lungamente stagionati e con piatti a base di selvaggina, sia primi che secondi.

Recensioni e valutazioni

Vinous annata: 2012 punteggio:95/100
Robert Parker annata: 2012 punteggio:94+/100
James Suckling annata: 2012 punteggio:97/100
Falstaff annata: 2012 punteggio:98/100
Wine Enthusiast annata: 2012 punteggio:95/100
Wine Spectator annata: 2012 punteggio:95/100

Il produttore

Bartolo Mascarello
pagina produttore
Bartolo Mascarello, un nome che è un simbolo del Barolo, del Piemonte enologico e non solo, un uomo d’altri tempi, dalla grande personalità e ardore. I suoi Barolo di stampo tradizionale sono senza tempo e di classe straordinaria. La storia della cantina che porta il questo suo nome parte da lontano, più precisamente dalla fine della grande guerra. Nel 1918 Giulio Mascarello, padre di Bartolo, di ritorno dalla guerra decide di mettersi in proprio e creare una sua cantina, acquistando negli anni diversi appezzamenti sparsi nei meravigliosi territori delle Langhe. All’inizio la sua era una produzione principalmente di vino per la vendita in damigiane, alla quale però era affiancata già una piccola produzione in bottiglia. Negli anni ’60 fa il suo ingresso in cantina Bartolo, carattere deciso e idee chiare. Rapidamente implementa la produzione il bottiglia e dà una linea precisa allo stile dell’azienda. Un approccio tradizionale, che rigetta l’uso della barrique portato da quelli che lo stesso Bartolo definiva i “barolo boys” o i “modernisti”, e la vinificazione per cru separati. Le sue vinificazioni sono quindi tutte assemblaggio dei diversi vigneti, la sua idea e che non debbano esserci Barolo di serie A e Barolo di serie B. Le vendemmie sono sempre manuali. Le fermentazioni avvengono in vasche di cemento con lieviti indigeni e rimontaggi frequenti con macerazioni molto lunghe, 35-40 giorni, per i mitici Barolo. Come detto la barrique è bandita, solo botti grandi di rovere di Slavonia come dogma della tradizione. La cantina mantiene ancora oggi una produzione molto bassa. Con soli 5 ettari, di cui solamente 3 coltivati a nebbiolo da Barolo, le poche bottiglie prodotte annualmente hanno liste di prenotazione chilometriche e non tutti riescono ad essere accontentati. Il ricordo di Bartolo rimane vino ancora oggi nelle sue idee, portate avanti dalla figlia Maria Teresa, e nelle sue iconiche etichette disegnate, come la celeberrima “No barrique, no Berlusconi” dove da buon partigiano quale era stato, Bartolo esprimeva il suo pensiero, deciso e pieno d’ardore come sempre era stato.